
MIXOLOGY Academy
MIXOLOGY Academy
La Fabbrica dei sogni realizzati
La mia prima ambizione è stata di diventare Batman.
Era il 1990, avevo 7 anni e ho visto per la prima volta il film di Tim Burton con Michael Keaton e Jack Nicholson. E immediatamente mi sono detto che volevo diventare così: volevo combattere il male ed essere ricco e avere una tuta che ti permette di cadere per 10 piani, sfracellarti a terra, essere poi crivellato di colpi e poi rialzarti come nulla fosse.
A 10 anni dico: papà, da grande e voglio fare l’agente del FBI.
Quando frequentavo ancora il Liceo, decido di voler diventare ingegnere e lavorare in Formula 1 alla Ferrari.
Sognavo di essere libero fino in fondo con lo scopo di diventare ricco e andare in pensione a 36 anni.
La mia e la tua generazione, in particolar modo in Italia, sono state abituate a credere che il successo è una questione di fortuna e che questa fortuna ricade solo su poche, pochissime teste.
Puoi essere bravo quanto vuoi, ma questo non significa che tu debba o possa riuscire in un obiettivo.
Anche io, così come altri, a un certo punto mi sono arreso a questa triste consapevolezza.
Così, ho cercato di ragionare e capire cosa avrei potuto fare per realizzare i miei obiettivi.
E poi cosa è successo?
È successo che alla fine sono andato all’università come la maggior parte dei ragazzi che conoscevo e ho scelto la facoltà di Ingegneria.
Pensavo che volendo fare l’ingegnere per la Formula1, sarebbe stata la strada giusta.
Il problema delle università è che non ti insegnano solo cose che ti servono davvero per fare la professione che hai in mente.
E sei costretto a studiare anche un sacco di roba inutile.
Tutto era completamente diverso da come me lo ero immaginato e soprattutto il mercato del lavoro era stagnante, senza prospettive di rilievo a fronte di 5 o più anni di formazione (tutt’altro che economica) che avrei dovuto affrontare.
Fortunatamente, verso la fine del mio secondo anno di università è arrivato l’imprevisto che non ti aspetti, quello che ti cambia la vita in pieno stile “sliding doors”.
Ho iniziato a fare il barman.
Ero pronto a lavorare per mettermi da parte un po’ di soldi, anche se in effetti non avevo nessun tipo di esperienza in quel senso, ma i problemi vanno affrontati uno alla volta, giusto?!?
Fatta eccezione per i primi minuti di puro panico dietro al bancone, mi sono appassionato subito di quel mondo e ho iniziato a trovare soluzioni sempre più raffinate per velocizzarmi e ottimizzare il mio lavoro.
L’entusiasmo per quello che stavo facendo mi portava ad impegnarmi più degli altri, studiare più degli altri e produrre più di qualsiasi veterano, facendomi bruciare le tappe nelle gerarchie dell’azienda in cui stavo lavorando.
In poco tempo sono diventato più veloce di barman navigati e di conseguenza anche il punto di riferimento dei miei colleghi e del proprietario.
E ti ricordi qual era il mio sogno? Diventare ricco e andare in “pensione” presto.
Per questo a un certo punto ho preso una decisione importante.
Dietro al servizio di un cocktail si nasconde il mercato del divertimento e in quel settore c’erano altissime possibilità di guadagno.
Per questo ho deciso di aprire un locale.
Improvvisamente, a vent’anni mi sentivo QUALCUNO.
Non fraintendermi, per “QUALCUNO” non intendo un VIP o chissà chi, ma una persona con un progetto e una meta da realizzare.
Il primo passo è stato lasciare l’università per mettere tutte le mie energie e il mio impegno sull’unica cosa che contava per me in quel momento.
Di lì a pochi anni ho iniziato ad insegnare il mio metodo di lavoro non solo ai miei dipendenti, ma anche a chiunque volesse imparare a fare questo mestiere e a fare carriera.
Ed è così che hoo fondato la MIXOLOGY Academy, l’Accademia professionale per bartender!

MIXOLOGY Academy
Tornando coi ricordi ai miei primi giorni al bancone, mai avrei potuto immaginare di aprire dei locali miei, né tanto meno di fondare una mia accademia per barman.
Diventare barman mi ha permesso prima di sostentarmi, e poi di dare inizio ad un percorso professionale di enorme soddisfazione sotto ogni punto di vista. Ed è proprio per questo che ho voluto creare un luogo in cui le persone (soprattutto i giovani) potessero acquisire gli strumenti indispensabili per intraprendere una carriera soddisfacente e valorizzante.
Dico “soprattutto” i giovani perché le crisi perpetue, che ormai sono un marchio di fabbrica tutto italiano, mi hanno insegnato che ad aver bisogno di una strada da seguire non sono più solo i ventenni che fanno l’università senza trovare sbocchi lavorativi, ma anche i trentenni, i quarantenni e i cinquantenni costretti a reinventarsi dopo un licenziamento improvviso o perché non sono più soddisfatti della loro vita.
Poi non mancano quelli che iniziano a fare un lavoro che non gli piace e arrivano presto ad odiare la loro quotidianità priva di alcuno stimolo o soddisfazione.
In questo mare di insoddisfazione, MIXOLOGY Academy si pone come un tramite tra delle persone che hanno voglia di realizzare qualcosa di importante, indipendentemente dall’età e dal loro background di studi/esperienze, ed un mercato che nell’ultimo decennio è letteralmente esploso alla faccia della crisi.
Ai miei tempi bastava saper fare un Long Island Ice Tea e ti potevi considerare un barman decente, ma (per fortuna) negli anni il livello si è alzato tantissimo e in Accademia ci siamo impegnati per fare in modo che i nostri studenti non fossero semplicemente in linea con la concorrenza, ma un passo avanti a tutti gli altri.
È per questo che abbiamo sviluppato un metodo di lavoro scientifico, basato su quello che avevo inventato io, il Global Bartending, e continuato a studiare e sperimentare in ogni ambito della miscelazione e della caffetteria.
Tuttavia, oltre ad offrire agli allievi le tecniche e le conoscenze più efficaci e all’avanguardia, così da metterli nelle migliori condizioni di fare carriera, la dote che io e i tanti Trainer della MIXOLOGY Academy cerchiamo di trasmettere è una spinta inarrestabile verso la realizzazione del proprio sogno, qualunque esso sia.
Mi torna alla mente la storia di Simone Migliaccio, un ragazzo che riparava part-time impianti audio per le automobili in una periferia romana.
Si era presentato in Accademia con un biglietto per Londra e l’esigenza di imparare a fare il barman alla meno peggio entro la vicina partenza. A distanza di qualche anno, Simone è diventato Bar Manager e poi General Manager di un nuovo punto vendita di una delle più importanti catene di cocktail bar della capitale inglese. Non contento, di recente ha messo in leva le competenze acquisite e i soldi accumulati durante la sua carriera manageriale per darsi all’imprenditoria.
Penso a Marco Rodocanachi, entrato per la prima volta in aula con il fare di un ragazzetto che non sapeva assolutamente nulla del mondo degli adulti, ma pronto ad affrontare le sue paure e a farsi strada tra i grandi.
Marco ora vive in Australia, dove ha iniziato a lavorare come consulente per i locali dopo una brillante carriera come barman tra Inghilterra, Spagna e ovviamente la terra dei canguri. Successivamente, Marco si è spostato ancora una volta in Nuova Zelanda, dove oggi lavora come Bar Manager in attesa di aprire il suo primo locale.
Romina Licata ha affrontato le enormi difficoltà per ottenere la Green Card negli Stati Uniti e ancora oggi cavalca il sogno americano così come Renato Tonelli , che dopo alcuni anni in Australia si è trasferito a New York presso Dante, uno dei migliori locali al mondo e da non so quanto tempo membro fisso della World’s 50 Best Bars.
Poi c’è Camilla Di Felice che ha proseguito i suoi studi ed è arrivata a partecipare alla Word Class Experience by Diageo, un evento che coinvolge tutti i migliori bartender a livello internazionale, e a proposito di World Class…
Lo stesso Renato Tonelli che ho citato qualche riga fa, non solo ha partecipato a questa competizione, ma ha anche vinto la Selezione Nazionale negli Stati Uniti di Austin 2023 per poi arrivare nella Top12 mondiale! Un risultato pazzesco!

Renato Tonelli Vincitore competizione Barman
Voglio condividere con te l’articolo con il video della vittoria negli USA di Renato perché sarebbe il coronamento di un sogno se un giorno ti ritrovassi anche tu su un palco così importante, e chissà che questo video non ti sia di ispirazione! 🙂
CLICCA QUI PER ACCEDERE AL VIDEO DI RENATO
Non posso non citare Edoardo Bottiglieri che pochi anni dopo il corso è diventato Bar Manager e Brand Ambassador di una storica azienda italiana di liquori, o Angelo Pinelli che ha aperto Triplo Cocktail Bar, Tago Mago e un terzo locale in arrivo.
Un pensiero speciale va anche ad Andrea Macheda, Alessio Fantini che ancora giovanissimi hanno aperto un locale a Formentera, anche se oggi Andrea è tornato in Italia dove sta aprendo un punto vendita dopo l’altro della sua catena di ristoranti – tra l’altro in società con Simone Marcellini, che dopo aver studiato con noi è stato anche Trainer dell’Accademia per parecchi anni.
Come avrai intuito, di storie come queste ce ne sono a centinaia, e questo considerando solo i ragazzi e le ragazze che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente tra le migliaia di allievi di successo che dal 2008 hanno reso così importante il lavoro della MIXOLOGY Academy. Sul nostro canale YouTube e sul sito ufficiale www.corsiperbarman.it nella sezione TESTIMONIANZE, trovi già parecchie recensioni, ma in qualsiasi momento attraverso i contatti dello stesso sito potrai richiedere allo staff dell’Accademia il libro (di oltre 250 pagine) in cui le abbiamo raccolte quasi tutte.
Negli ultimi anni abbiamo registrato un tasso di conversione formazione/lavoro fino al 99,6%: praticamente lo scorso anno quasi 10 persone su 10, di quelle che si sono diplomate in Accademia, hanno poi trovato lavoro entro 3 mesi – e i nostri Global Bartender hanno centrato il 100% di conversione corso/lavoro nello intervallo di tempo!
Sono proprio questi numeri e queste storie a rendere la MIXOLOGY Academy la fabbrica dei sogni realizzati.
Non posso che essere orgoglioso dell’impatto che l’Accademia ha avuto e continua ad avere sulla vita di così tante persone, è un pensiero che mi fa sentire incredibilmente realizzato, ma la cosa che mi dà più soddisfazione è incontrare i nostri studenti in aula o nei locali in cui lavorano quelle rare volte in cui sono di passaggio in Italia. Nei loro occhi rivedo spesso la stessa energia che sentivo io nel cavalcare il mio bancone bar, e questo risveglia in me il piacevole ricordo del percorso che mi ha portato dove sono oggi.
Fare l’imprenditore comporta tonnellate di impegni e responsabilità, ma se la cosa ti permette di fare qualcosa di davvero significativo per il tuo angolo di mondo (e in più ti diverti nel farlo), allora non c’è nulla che possa distoglierti da quella missione.
So bene che diventare barman non è una cosa per tutti: se preparare cocktail incredibili, conoscere persone nuove ogni sera e crescere nel mondo dei locali non ti attira, è inutile quanto studiare all’Università una materia che trovi noiosa, o come ripetere ogni giorno un lavoro deprimente. Penso che di vita ne esista solamente una, per cui sprecarla facendo un qualcosa che ti toglie il sorriso sia il peggior crimine che tu possa commettere contro te stesso/a.
D’altro canto, se hai anche solo il sospetto che fare carriera nel settore del beverage – o se preferisci chiamarlo così, nel mercato del divertimento – possa essere la strada giusta per te, allora spero di poterti incontrare in aula o in qualche locale, prima o poi!
Crescere e aiutare gli altri a crescere, sempre.